Questo lavoro è stato finanziato dal progetto di ricerca: &quot;NanoBioTech ambiente e salute Progetto 2: Ambiente Strumenti e metodi per il monitoraggio ecotossicologico delle nanoparticelle&quot; ( &quot;Nano-BioTechnology: ambiente e salute&quot; Progetto 2: Ambiente Strumenti e metodi per ecotossicologici Monitoraggio delle nanoparticelle &quot; ) concesso a LM dalla Regione Lazio-Consorzio Hypatia. AR è stato finanziato da una borsa post-dottorale dell&#39;Università di Tor Vergata / Regione Lazio-Consorzio Hypatia nell&#39;ambito del progetto citato in precedenza. Un accordo con l&#39;Università ISPRA-Tor Vergata (N. 2015/52857) ha consentito l&#39;uso reciproco delle strutture e lo scambio di ricercatori. Gli autori sono indebitati del prof. Maria Cristina Thaller, nostro angelo custode per tutte le attività microbiche, per sensibilizzare l&#39;interesse sul mondo microbico e per aiutare fortemente a migliorare la nostra ricerca sul tema. Gli autori riconoscono con gratitudine Andrea Tornambè e EriKa Magaletti per la preziosa collaborazione con l&#39;ISPRA Lab of Phytoplankton ecologia e ecotossicologia.

1. Preparazione di reagenti / materiali <ol><li> Preparare (circa 300) tubi sterili da 1,5 ml per la diluizione in serie di sospensioni batteriche, nonché 15 ml di tubi sterili come contenitori di prova etichettati con le concentrazioni di prova. </li><li> Preparare la soluzione al NaCl di 2% come mezzo di esposizione e sterilizzarla. In alternativa, utilizzare acqua di mare sintetica o naturale sterilizzata, con salinità variabile da 5 a 40. </li><li> Preparare il substrato di crescita TSA con 2% di NaCl secondo le indicazioni dell&#39;etichetta e considerando la quantità di NaCl già presente nel mezzo. </li><li> Versare il TSA (fresco ma ancora liquido) nei piatti Petri da 90 mm precedentemente etichettati con la concentrazione di prova e il tempo di esposizione, il numero di replicazione e il fattore di diluizione; 19 mL è un volume appropriato. </li><li> Preparare il medium di crescita del brodo di soia (tryptic soy broth, TSB) secondo le indicazioni della etichetta. Aggiungere la quantità appropriata di NaCl per ottenere la stessa salinità del mezzo di esposizione. </li><li> PreparareUna soluzione di riserva CuSO 4 con acqua doppia distillata e sterilizzare l&#39;aliquota (necessaria) usando un filtro da 0,22 μm di siringa. In caso di campioni ambientali, preparare un intervallo appropriato di diluizioni del campione e sterilizzarle utilizzando un filtro da 0,22 μm. </li><li> Preparare le soluzioni di prova nei tubi da 15 mL etichettati con le concentrazioni di prova. Riempire il controllo negativo con 5 ml del mezzo di esposizione (2% NaCl). Riempire gli altri tubi con la quantità appropriata di media di esposizione e la soluzione di riserva CuSO 4 per ottenere le concentrazioni di prova in un volume finale di 5 mL. </li></ol> 2. Preparazione dell&#39;inoculo batterico <ol><li> 12-18 h prima della prova, preparare una coltura liquida fresca di Vibrio anguillarum . Usando un ciclo sterile, selezionare una colonia singola e ben isolata da una coltura durante la notte su un mezzo solido (TSA). Inoculare un tubo riempito con 10 ml di TSB e incubare la coltura batterica a 25 ° C per 12-18 h. </li&gt; <li> Dopo 12-18 h, stimare la concentrazione batterica dell&#39;inoculo spettrofotometrico. Vortex l&#39;inoculo e misurare la densità ottica a lunghezza d&#39;onda di 600 nm, usando TSB come vuoto. </li><li> Per ottenere una concentrazione batterica nota, diluire 2 mL dell&#39;inoculo vortex aggiungendo la quantità di TSB calcolata da questa formula: TSB mL = [(OD / 0,14) * 2] - 2. </li><li> Verificare che la densità ottica dell&#39;inoculo diluito sia di 0,140 (± 0,005), che corrisponde al 0,5 punti dello standard nephelometrico McFarland. </li><li> Centrifugare l&#39;inoculo diluito per 10 min a 3.000 g . Eliminare il surnatante e ri-sospendere il pellet microbico in 1 mL di soluzione NaCl del 2% (mezzo di esposizione). </li></ol> 3. Testare l&#39;esposizione <ol><li> Aggiungere 150 μL di inoculo batterico ri-sospeso ad ogni tubo, compreso il controllo. Incubare le sospensioni V. anguillarum per 6 ore a 25 ° C sotto oscurità e continuitàS scuotendo per evitare la sedimentazione. </li><li> All&#39;inizio (T0) e alla fine (T 6 ) del tempo di esposizione, eseguire il conteggio batterico in tutte le sospensioni batteriche esposte utilizzando i metodi di conteggio della colonia (CFU). </li><li> Preparare le diluizioni seriali di ogni sospensione batterica esposta in triplice copia, applicando un fattore di diluizione di dieci volte (fino a 10 -5 ). Aggiungere 100 μL di ogni sospensione batterica al tubo corrispondente già riempito con 900 μL di mezzo di esposizione (2% NaCl). Procedere con la diluizione seriale, vorticando ad ogni passo per riattivare i batteri. </li><li> Piastra 10 μL delle diluizioni 10 -4 e 10 -5 su piatti TSA Petri nel segmento corrispondente. Rapidamente lasciare scorrere le gocce in un piccolo cerchio ruotando la piastra. Incubare le piastre a 25 ° C per 48 h. </li></ol> 4. Conteggio CFU <ol><li> Dopo 48 ore contate le colonie coltivate sui piatti di Petri; Piastre che ospitano bTra 5 e 50 colonie sono ottimali per il conteggio preciso. </li><li> Calcolare il numero di batteri vitali per ml di ciascuna sospensione batterica esposta applicando le seguenti formule: 10 -4 CFU / mL = n ° CFU x 100 x 10.000 10 -5 CFU / mL = n ° CFU x 100 x 100.000 </li><li> Utilizzare la media dei conteggi ottenuti in repliche parallele per valutare la mortalità rispetto al controllo. Calcolare la percentuale di mortalità con la seguente formula: M% = 100 - [(N / C) * 100] NOTA: dove N = numero di CFU / mL cresciuti dopo l&#39;esposizione al tossicodipendente; C = numero di CFU coltivate nel mezzo di controllo. </li><li> Calcolare il LC 50 ( cioè la concentrazione di tossicità che riduce il numero di batteri attivi replicanti del 50% per ml; CFU / mL) con analisi di regressione non lineare utilizzando un software statistico appropriato (vedere la tabella dei materiali). Esegui un&#39;analisi univoca di varianza (ANOVA)Dovuto da t-test post-hoc a coppia per valutare le differenze significative tra i trattamenti. </li></ol>

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</ol>

Gli autori dichiarano di non avere interessi finanziari concorrenti.

Questo lavoro descrive una nuova analisi biologica con il batterio V. anguillarum marino che è stato applicato con successo per valutare gli effetti tossici di CuSO 4 , un tossico di riferimento, dimostrando una chiara relazione dose-risposta. Il batterio marino V. anguillarum è stato scelto come organismo modello perché è halotolerante, onnipresente e rappresentativo degli ecosistemi marini. Il test può essere eseguito in una vasta gamma di valori di salinità (5-40) e può utilizzare soluzioni saline e acque marine sintetiche o naturali come mezzo di esposizione, a patto che i microrganismi possano sopravvivere facilmente per tutta la durata dell&#39;intero test. Ciò consente l&#39;analisi di diversi tipi di campioni, inclusi gli ambienti salmastri e marini. Durante la fase di esposizione non è richiesto alcun mezzo di crescita, evitando la sua interferenza con i contaminanti 8 e la sua possibile influenza sulla risposta biologica. thIl protocollo è affidabile, veloce, conveniente e relativamente facile. La procedura dei micro-contatori liquidi a piastre 9 offre il vantaggio di utilizzare piccoli volumi (campioni), anche se ciò implica un alto grado di precisione e robustezza. I risultati dei tre trial indipendenti e replicati per ogni trattamento mostrano l&#39;alta ripetibilità di questo metodo. L&#39;uso del batterio come modello biologico, nonché l&#39;adattabilità della tecnica, favoriscono l&#39;importanza ecologica e ambientale di questa procedura. Altri problemi critici tecnici sono l&#39;accuratezza nella preparazione dell&#39;inoculo batterico e della sterilità necessaria in alcuni passaggi della procedura. Il test proposto è più rapido (6 h) rispetto ad altri esami ecotossicologici marini (24-96 h) e non solleva i problemi etici derivanti dall&#39;utilizzo di organismi superiori. Inoltre, i dati sulla tossicità di riferimento mostrano i valori di LC 50 comparabili a quelli ottenuti con t acuti<html> Est su altre specie marine 10 , 11 , che dimostrano una buona sensibilità. Tra i biomassaggi batterici, il test di inibizione della luminescenza V. fischeri è il più comune e ben standardizzato 12 . Questo biosaggio è molto rapido (15-30 min) e valido per la prova di campioni di fase solida, ma può essere influenzato da campioni colorati e torbidi che interferiscono con le misurazioni della luminescenza. La salinità è un fattore limitante nell&#39;uso del suddetto test, con il 2% di NaCl richiesto 13 . Al contrario , la prova proposta qui con V. anguillarum fornisce risultati economici a una vasta gamma di valori di salinità, non ha limitazioni nei campioni turbosi o colorati e richiede apparecchiature meno costose rispetto agli analizzatori di luminescenza. Un confronto tra i risultati del nostro studio e quelli disponibili in letteratura per V. fisheri 14 ,Ss = &quot;xref&quot;&gt; 15 , 16 mostra valori comparabili EC50, sostenendo ulteriormente l&#39;efficacia di questa biotest. Questo bioassay valuta la riduzione della coltura batterica, generalmente definita come mortalità, anziché il tasso di crescita della popolazione o l&#39;inibizione dell&#39;attività enzimatica, utilizzati nelle prove attualmente disponibili per i microrganismi. Il calcolo LC 50 consente di confrontare con altri biomassaggi comunemente applicati alla valutazione ecotossicologica degli ambienti marini, che spesso hanno la sopravvivenza / mortalità come endpoint. È urgentemente necessaria un&#39;istruzione di intercalibrazione per valutare / confermare l&#39;affidabilità e la riproducibilità di questo test e per supportarne la standardizzazione e l&#39;uso nei protocolli di regolazione. L&#39;uso crescente dei nanomateriali e la loro potenziale liberazione nell&#39;ambiente implicano la necessità di una valutazione del rischio 17 . Tuttavia, clasGli approcci tossicologici (eco) tossicologici per questi contaminanti emergenti sembrano non dare risultati economici e potrebbero richiedere alcuni adeguamenti 18 . Le caratteristiche di questa nuova biomassa consentono la sua facile e utile applicazione alla valutazione della tossicità delle nanoparticelle. Infatti, la possibilità di effettuare il dosaggio a diverse salinità darà conto dei comportamenti di nanoparticelle sotto differenti forze ioniche, una variabile di parametri ambientali che può influenzare notevolmente la tossicità 19 . Inoltre, nelle valutazioni di ecotossicità delle nanoparticelle non è particolarmente indicato l&#39;impiego di mezzi di crescita e di sostanze nutritive perché le sostanze organiche possono facilitare il loro assorbimento aumentando gli effetti tossici 20 o possono causare l&#39;aggregazione, riducendo la frazione biodisponibile e quindi la loro tossicità 21 . In conclusione, il bioassay su Vibrio anguillarum è apStrumento romising per la valutazione dei rischi di contaminanti classici e emergenti, nonché per la valutazione dello stato degli ambienti marini e salmastri.

I test biologici ecotossicologici valutano la tossicità di sostanze chimiche o campioni ambientali con modelli biologici standard, integrando gli effetti degli stress fisici, chimici e biologici sugli ecosistemi. A causa della complessità degli ecosistemi, le valutazioni dei rischi ecotossicologici devono considerare una batteria di biosaggi che coinvolgono organismi provenienti da diversi livelli trofici. I test di tossicità sugli animali da laboratorio possono essere costosi, richiedono molto tempo e sono eticamente discutibili. L&#39;obiettivo di limitare i test sugli animali e sviluppare approcci alternativi ( ad esempio, su batteri e animali non vertebrati) è ormai una questione fondamentale, come riportato nel quadro dell&#39;attuale legislazione europea, tra cui la direttiva UE sulla protezione degli animali, il 7 ° emendamento Direttiva cosmetica dell&#39;UE e REACH. I crostacei, i pesci e le alghe sono ampiamente utilizzati per misure di tossicità nell&#39;ambiente marino 1 . I batteri sono un componente importanteT dell&#39;ecosistema e le alterazioni delle comunità microbiche possono avere effetti significativi sul ciclo biogeochimico e sugli altri servizi ecosistemici critici. I test di tossicità basati sui microrganismi stanno guadagnando popolarità perché sono relativamente rapidi, riproducibili e poco costosi e non sollevano questioni etiche 2 . Lo scopo di questo lavoro è quello di descrivere un protocollo ecotossicologico per valutare la risposta del batterio marino Vibrio anguillarum ( Listonella anguillarum, Vibrionaceae) quando è esposto a contaminanti ambientali. V. anguillarum è un batterico a forma di curva a forma di curva gram-negativo (0,5 x 1,5 μm) con un flagello polare. Tipicamente trovato in acqua salmastra o salata, è halotolerante, con una salinità ottimale di circa 20 e una temperatura ottimale tra 25 e 30 ° C 3 . È stato scelto come un modello di organismo a causa della sua ubiquità e dei suoi importanti ruoli ecologici in oceanoAns in tutto il mondo 4 . Alcuni sierotipi di V. anguillarum sono noti per causare vibriosi in una varietà di specie di pesci marini o salmastre 5 , 6 . A tal fine, alcune fasi dell&#39;esperimento richiedono pratiche microbiologiche standard, ma non sono necessarie speciali attrezzature di sicurezza o precauzioni. Il protocollo di prova di tossicità proposto utilizza la coltura batterica ( cioè la capacità di replicare e formare colonie) come endpoint e consente la determinazione del LC 50 , la concentrazione che causa una riduzione del 50% dei batteri che replicano attivamente e formano colonie dopo Un esposizione di 6 ore. In Vibrio , come in altri microbi, questa riduzione, che generalmente indichiamo come mortalità, può essere parzialmente dovuta agli individui nella fase 7 vitale ma non culturabile (VBNC). In questo studio abbiamo applicato questo metodo per misurare gli effetti tossici del solfato di rame (CuSO 4), Un tossico di riferimento. Questo metodo è stato sviluppato per fornire un test idoneo a base di microrganismi per la valutazione ecotossica degli inquinanti / composti chimici, compresi i contaminanti emergenti quali i nanomateriali. La novità di questo protocollo rispetto ai metodi esistenti utilizzati per i microrganismi è principalmente correlata al mezzo di esposizione e all&#39;endpoint. Infatti, l&#39;esposizione viene effettuata in soluzione salina, evitando eventuali interferenze del mezzo di crescita con i contaminanti studiati, che possono influenzare la risposta biologica 8 . L&#39;endpoint è la riduzione della coltura batterica, che può essere facilmente confrontata con altri endpoint acuti utilizzati per lo screening ecotossicologico in ambienti marini / salmastri, basati sulla sopravvivenza / mortalità. Inoltre, il protocollo utilizza la tecnica dei micro-contatori liquidi a piastre, già utilizzati per E. coli 9 , riducendo i volumi e quindi l&#39;effOrt (vedere i punti 3.3 e 3.4 del protocollo per i dettagli).

<table><tbody><tr><td>&lt;i&gt;Vibrio anguillarum&lt;/i&gt; (strain AL 102, serotype O1)</td><td></td><td></td><td>Obtained from the laboratory collection of NOIFMA (Norway)</td></tr><tr><td>Tryptic Soy Agar&amp;nbsp;</td><td>Liofilchem</td><td>610052</td><td>Dehydrated Culture Media</td></tr><tr><td>Tryptic Soy Broth growth medium</td><td>Liofilchem</td><td>610053</td><td>Dehydrated Culture Media</td></tr><tr><td>CuSO&lt;sub&gt;4&lt;/sub&gt;&amp;middot;5H&lt;sub&gt;2&lt;/sub&gt;O</td><td>Sigma-Aldrich</td><td>209198</td><td></td></tr><tr><td>NaCl&amp;nbsp;</td><td>Sigma-Aldrich</td><td>S-3014</td><td></td></tr><tr><td>&lt;strong&gt;Name of Equipment&lt;/strong&gt;</td><td>&lt;strong&gt;Company&lt;/strong&gt;</td><td>&lt;strong&gt;Catalog Number&lt;/strong&gt;</td><td>&lt;strong&gt;Comments/Description&lt;/strong&gt;</td></tr><tr><td>Biosafety Laminar Flow Hood&amp;nbsp;</td><td>ESCO</td><td></td><td></td></tr><tr><td>Incubator&amp;nbsp;</td><td>Fratelli Galli</td><td>Mod. 2100</td><td></td></tr><tr><td>&lt;strong&gt;Name of Software&lt;/strong&gt;</td><td>&lt;strong&gt;Company&lt;/strong&gt;</td><td>&lt;strong&gt;Catalog Number&lt;/strong&gt;</td><td>&lt;strong&gt;Comments/Description&lt;/strong&gt;</td></tr><tr><td>Benchmark Dose Software&amp;nbsp;</td><td>US EPA</td><td>Benchmark Dose 2.4.0&amp;nbsp;</td><td>2012</td></tr></tbody></table>

ecotoxicological method with marine bacteria vibrio anguillarum to evaluate the acute toxicity of environmental contaminants

I batteri sono una componente importante dell&#39;ecosistema, e le alterazioni microbiche della comunità possono avere un effetto significativo sui cicli biogeochemici e sulle reti alimentari. I test di tossicità basati sui microrganismi sono ampiamente usati perché sono relativamente rapidi, riproducibili, economici e non sono associati a problemi etici. Qui descriviamo un metodo ecotossicologico per valutare la risposta biologica del batterio marino Vibrio anguillarum. Questo metodo valuta la tossicità acuta dei composti chimici, compresi nuovi contaminanti come nanoparticelle, così come campioni ambientali. L&#39;endpoint è la riduzione della coltura batterica ( cioè la capacità di replicare e formare colonie) a causa dell&#39;esposizione a un tossicodipendente. Questa riduzione può essere generalmente definita come mortalità. La prova consente la determinazione del LC 50 , la concentrazione che provoca una diminuzione del 50% dei batteri che replicano attivamente e formano colonie dopoUn&#39;esposizione di 6 ore. I batteri coltivabili vengono contati in termini di unità di formazione della colonia (CFU) e la &quot;mortalità&quot; viene valutata e confrontata con il controllo. In questo lavoro è stata valutata la tossicità del solfato di rame (CuSO 4 ). È stata osservata una chiara relazione dose-risposta, con un LC 50 medio di 1,13 mg / L, dopo tre test indipendenti. Questo protocollo, rispetto ai metodi esistenti con i microrganismi, è applicabile in una più ampia gamma di salinità e non ha limitazioni per campioni colorati / torbidi. Utilizza la soluzione salina come mezzo di esposizione evitando eventuali interferenze di terreno di crescita con i contaminanti studiati. Il calcolo del LC 50 facilita i confronti con altri biomassaggi comunemente applicati alle valutazioni ecotossicologiche dell&#39;ambiente marino.

I risultati di tre studi indipendenti di esposizione di V. anguillarum a quattro concentrazioni di CuSO4 mostrano una chiara relazione dose-risposta e una significativa diminuzione di batteri che replicano attivamente e formano colonie con una concentrazione crescente del tossico di riferimento ( Figura 1 ; ANOVA, F = 20,28, p &lt;0,001). Il numero di CFU / mL è significativamente ridotto a 1,25 mg / L (test Tukey post-hoc, p &lt;0,05) rispetto al controllo (CNTR). Tutti i batteri coltivabili sono stati rilevati alla concentrazione massima misurata. Non sono state riscontrate differenze nella tossicità CuSO 4 lungo l&#39;ampia gamma di salinità del mezzo di esposizione ( cioè 5, 20 o 35 g / L NaCl, dati non mostrati). Un&#39;uscita rappresentativa dell&#39;analisi statistica che mostra la regressione non lineare è riportata nella Figura 1 supplementare . I valori LC 50 calcolati per i tre studi indipendenti (&lt;Forte&gt; Tabella 1) evidenzia la fattibilità e la riproducibilità di questo metodo. <img alt="Figura 1" src="/files/ftp_upload/55211/55211fig1.jpg" /> Figura 1: Vibrio anguillarum esposto a CuSO 4. Il numero medio di CFU / mL (CFU = unità di formazione della colonia) esposto a diverse concentrazioni di CuSO 4 per 6 ore. I valori rappresentano la media (± SD) di tre prove indipendenti. Le riduzioni di batteri che replicano attivamente e formano colonie rispetto al controllo (CNTR) sono riportate nelle caselle gialle (come percentuali). Le differenze significative con il controllo, basate su un test post-hoc di Tukey, sono indicate con asterischi (* = p &lt;0.05; ** = p &lt;0.01). <a href="https://ecsource-jove-com.bdigitaluss.remotexs.co/files/ftp_upload/55211/55211fig1large.jpg" target="_blank">Clicca qui per visualizzare una versione più grande di questa figura.</a> Tabella 1: valori di concentrazione letale (LC 50 ) per Vibrio anguillarum esposti a CuSO 4 . Sono stati riportati risultati di tre prove e mezzi indipendenti (± SD). Supplementare Figura 1: Analisi della regressione non lineare. Produzione rappresentativa di un&#39;analisi di regressione non lineare (modello Logit-Hill) eseguita sui risultati del test. <a href="https://ecsource-jove-com.bdigitaluss.remotexs.co/files/ftp_upload/55211/suppl_fig_1.tif" target="_blank">Clicca qui per scaricare questa figura.</a>

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Ecotoxicological Method with Marine Bacteria Vibrio anguillarum to Evaluate the Acute Toxicity of Environmental Contaminants

Questo lavoro descrive un nuovo protocollo per valutare l&#39;ecotossicità degli inquinanti, compresi i contaminanti emergenti come i nanomateriali, utilizzando il batterio marino Vibrio anguillarum . Questo metodo consente di determinare la LC 50 o la mortalità, la concentrazione che causa una diminuzione del 50% della colturabilità dei batteri, dopo un&#39;esposizione di 6 ore.

Metodo ecotossicologico con i batteri marini<em&gt; Vibrio anguillarum</em&gt; Per valutare la tossicità acuta dei contaminanti ambientali

Bacteria are an important component of the ecosystem, and microbial community alterations can have a significant effect on biogeochemical cycling and food ...

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Universidad San Sebastian

Research

JoVE Journal

Environment

Ecotoxicological Method with Marine Bacteria Vibrio anguillarum to Evaluate the Acute Toxicity of Environmental Contaminants

11.0K Views.  Institute for Environmental Protection and Research (ISPRA), Rome (Italy).  Questo lavoro descrive un nuovo protocollo per valutare l'ecotossicità degli inquinanti, compresi i contaminanti emergenti come i nanomateriali, utilizzando il batterio marino Vibrio anguillarum . Questo metodo consente di determinare la LC 50 o la mortalità, la concentrazione che causa una diminuzione del 50% della colturabilità dei batteri, dopo un'esposizione di 6 ore. 

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Use of a Battery of Chemical and Ecotoxicological Methods for the Assessment of the Efficacy of Wastewater Treatment Processes to Remove Estrogenic Potency

Endocrine Disrupting Compounds pose a substantial risk to the aquatic environment. Ethinylestradiol (EE2) and estrone (E1) have recently been included in a watch list of environmental pollutants under the European Water Framework Directive. Municipal wastewater treatment plants are major contributors to the estrogenic potency of surface waters. Much of the estrogenic potency of wastewater treatment plant (WWTP) effluents can be attributed to the discharge of steroid estrogens including estradiol (E2), EE2 and E1 due to incomplete removal of these substances at the treatment plant. An evaluation of the efficacy of wastewater treatment processes requires the quantitative determination of individual substances most often undertaken using chemical analysis methods. Most frequently used methods include Gas Chromatography-Mass Spectrometry (GCMS/MS) or Liquid Chromatography-Mass Spectrometry (LCMS/MS) using multiple reaction monitoring (MRM). Although very useful for regulatory purposes, targeted chemical analysis can only provide data on the compounds (and specific metabolites) monitored. Ecotoxicology methods additionally ensure that any by-products produced or unknown estrogenic compounds present are also assessed via measurement of their biological activity. A number of in vitro bioassays including the Yeast Estrogen Screen (YES) are available to measure the estrogenic activity of wastewater samples. Chemical analysis in conjunction with in vivo and in vitro bioassays provides a useful toolbox for assessment of the efficacy and suitability of wastewater treatment processes with respect to estrogenic endocrine disrupting compounds. This paper utilizes a battery of chemical and ecotoxicology tests to assess conventional, advanced and emerging wastewater treatment processes in laboratory and field studies.

Endocrine Disrupting Compounds (EDC) pose a substantial risk to the aquatic environment. Municipal wastewater treatment plants are major contributors to the estrogenic potency of surface waters. The methodology provided in this paper allows for an assessment of the efficacy and suitability of wastewater treatment processes with respect to EDC removal.

Utilizzo di una batteria di chimici ed ecotossicologici metodi per la valutazione dell&#39;efficacia dei processi di trattamento delle acque reflue per rimuovere estrogenica Potenza

Endocrine Disrupting Compounds pose a substantial risk to the aquatic environment. Ethinylestradiol (EE2) and estrone (E1) have recently been included in ...

Ricerca

Ambiente

Protocol for Acute and Chronic Ecotoxicity Testing of the Turquoise Killifish Nothobranchius furzeri

The killifish Nothobranchius furzeri is an emerging model organism in the field of ecotoxicology and its applicability in acute and chronic ecotoxicity testing has been demonstrated. Overall, the sensitivity of the species to toxic compounds is in the range with, or higher than, that of other model species.
This work describes protocols for acute, chronic, and multigenerational bioassays of single and combined stressor effects on N. furzeri. Due to its short maturation time and life-cycle, this vertebrate model allows the study of endpoints such as maturation time and fecundity within four months. Transgenerational full life-cycle exposure trials can be performed in as little as 8 months. Since this species produces eggs that are drought-resistant and remain viable for years, the on-site culture of the species is not needed but individuals can be recruited when required. The protocols are designed to measure life-history traits (mortality, growth, fecundity, weight) and critical thermal maximum.

Protocol for Acute and Chronic Ecotoxicity Testing of the Turquoise Killifish Nothobranchius furzeri

In this work, we describe an acute, chronic and multigenerational bioassay to study the effects of single and combined stressors on the Turquoise killifish Nothobranchius furzeri. This protocol is designed to study life-history traits (mortality, growth, fecundity, weight) and critical thermal maximum.

Protocollo per acuto e prove di ecotossicità cronica del turchese Killifish Nothobranchius furzeri

The killifish Nothobranchius furzeri is an emerging model organism in the field of ecotoxicology and its applicability in acute and chronic ecotoxicity ...

Ecotoxicological Methodologies to Evaluate Biomarkers at Different Scales in Neotropical Anurans

The new questions in ecotoxicology highlight the importance of applying a battery of biomarkers, as this results in ecotoxicological predictions that improve not only the interpretation of the effects of environmental stressors on organisms but also the determination of their possible impact. It is well known that the use of ecotoxicological biomarkers at different levels of organization allows for the prediction of the biological responses of organisms to environmental stressors, which is useful in environmental risk assessment. 
Nevertheless, it is necessary to consider the optimization of basic procedures, to generate historical data in control groups, and to employ specific bioassays to evaluate responses in organs and tissues in order to elucidate the nature and variation of the effects observed. Therefore, the present work aims to describe several ecotoxicological methodologies employed in all stages of neotropical anurans at different ecological levels and to validate them as useful biomarkers to be used both in wildlife and in laboratory conditions. In this work, these biomarkers were applied at the individual/organismic level (body condition index), histological/physiological level (histopathology, histometric, and pigmentary analyses), biochemical level (oxidative stress enzymes), and genetic level (direct and oxidative damage in DNA by comet assay). 
Although these methodologies have small variations or modifications depending on the species, these techniques provide effective biomarkers for evaluating the effect of xenobiotics on anurans, which possess certain characteristics that make them useful indicator species of aquatic and terrestrial ecosystems. In conclusion, the battery of biomarkers employed in the present study has proven to be adequate for estimating toxic responses in Neotropical anurans and can be further recommended as bioindicators for identifying the impact of pollutants on the aquatic ecosystems of the region. Finally, it is recommended to achieve the standardization of these important biomarkers for anurans in specific regions as well as to possibly include them in risk assessments and decision-making.

<meta charset="utf8"></head><body>Metodologie ecotossicologiche per valutare biomarcatori a diverse scale negli anuri neotropicali

In this paper, standardized ecotoxicological methods for the evaluation of biomarkers in neotropical anuran species are presented. Specifically, this paper details several methodologies at different scales of ecotoxicological evaluation, such as the genetic, cellular-histological, biochemical, morphological, and individual levels.

Metodologie ecotossicologiche per valutare biomarcatori a diverse scale negli anuri neotropicali

The new questions in ecotoxicology highlight the importance of applying a battery of biomarkers, as this results in ecotoxicological predictions that ...

Lethality Bioassay Using Artemia salina L.

Natural products have been used since ancient times to produce medicines. Nowadays, there are plenty of chemotherapeutic drugs obtained from natural sources and used against a plethora of diseases. Unfortunately, most of these compounds often display systemic toxicity and adverse effects. In order to better evaluate the tolerability of selected potentially bioactive samples, brine shrimp (Artemia salina) is generally used as a model in lethality studies. The A. salina test is based on the ability of the studied bioactive compounds to kill the microcrustaceans in their larval stage (nauplii). This method represents a convenient starting point for cytotoxicity studies, as well as for the general toxicity screening of synthetic, semisynthetic, and natural products. It can be considered a simple, quick, and low-cost assay, compared to many other assays (in vitro cells or yeast strains, zebrafish, rodents) generally suitable for the aforementioned purposes; moreover, it can be easily performed even without any specific training. Overall, A. salina assay represents a useful tool for the preliminary toxicity evaluation of selected compounds and the bio-guided fractionation of natural product extracts.

Lethality Bioassay Using Artemia salina L.

This work aims to evaluate and review the Artemia salina lethality bioassay procedure, also identified as brine shrimp lethality assay. This simple and cheap method gives information about the general toxicity (considered as a preliminary toxicity evaluation) of samples, namely, natural products.

Saggio biologico di letalità con Artemia salina L.

Natural products have been used since ancient times to produce medicines. Nowadays, there are plenty of chemotherapeutic drugs obtained from natural ...

Chimica

Development of a More Sensitive and Specific Chromogenic Agar Medium for the Detection of Vibrio parahaemolyticus and Other Vibrio Species

Foodborne infections in the US caused by Vibrio species have shown an upward trend. In the genus Vibrio, V. parahaemolyticus is responsible for the majority of Vibrio-associated infections. Thus, accurate differentiation among Vibrio spp. and detection of V. parahaemolyticus is critically important to ensure the safety of our food supply. Although molecular techniques are increasingly common, culture-depending methods are still routinely done and they are considered standard methods in certain circumstances. Hence, a novel chromogenic agar medium was tested with the goal of providing a better method for isolation and differentiation of clinically relevant Vibrio spp. The protocol compared the sensitivity, specificity and detection limit for the detection of V. parahaemolyticus between the new chromogenic medium and a conventional medium. Various V. parahaemolyticus strains (n=22) representing diverse serotypes and source of origins were used. They were previously identified by Food and Drug Administration (FDA) and Centers for Disease Control and Prevention (CDC), and further verified in our laboratory by tlh-PCR. In at least four separate trials, these strains were inoculated on the chromogenic agar and thiosulfate-citrate-bile salts-sucrose (TCBS) agar, which is the recommended medium for culturing this species, followed by incubation at 35-37 &#176;C for 24-96 hr. Three V. parahaemolyticus strains (13.6%) did not grow optimally on TCBS, nonetheless exhibited green colonies if there was growth. Two strains (9.1%) did not yield the expected cyan colonies on the chromogenic agar. Non-V. parahaemolyticus strains (n=32) were also tested to determine the specificity of the chromogenic agar. Among these strains, 31 did not grow or exhibited other colony morphologies. The mean recovery of V. parahaemolyticus on the chromogenic agar was ~96.4% relative to tryptic soy agar supplemented with 2% NaCl. In conclusion, the new chromogenic agar is an effective medium to detect V. parahaemolyticus and to differentiate it from other vibrios.

Development of a More Sensitive and Specific Chromogenic Agar Medium for the Detection of Vibrio parahaemolyticus and Other Vibrio Species

Detection and isolation of clinically relevant Vibrio species require selective and differential culture media. This study evaluated the ability of a new chromogenic medium to detect and identify V. parahaemolyticus and other related species. The new medium was found to have better sensitivity and specificity than the conventional medium.

Sviluppo di un più sensibile e specifica Chromogenic Agar Media per la rilevazione di<em&gt; Parahaemolyticus Vibrio</em&gt; E Altro<em&gt; Vibrio</em&gt; Specie

Foodborne infections in the US caused by Vibrio species have shown an upward trend. In the genus Vibrio, V. parahaemolyticus is responsible for the ...

Immunologia e infezioni

Prospecting Microbial Strains for Bioremediation and Probiotics Development for Metaorganism Research and Preservation

Pollution affects all biomes. Marine environments have been particularly impacted, especially coral reefs, one of the most sensitive ecosystems on Earth. Globally, 4.5 billion people are economically dependent on the sea, where most of their livelihood is provided by coral reefs. Corals are of great importance and therefore their extinction leads to catastrophic consequences. There are several possible solutions to remediate marine pollutants and local contamination, including bioremediation. Bioremediation is the capacity of organisms to degrade contaminants. The approach presents several advantages, such as sustainability, relatively low cost, and the fact that it can be applied in different ecosystems, causing minimal impacts to the environment. As an extra advantage, the manipulation of endogenous microbiomes, including putative beneficial microorganisms for corals (pBMCs), may have probiotic effects for marine animals. In this context, the use of the two approaches, bioremediation and pBMC inoculation combined, could be promising. This strategy would promote the degradation of specific pollutants that can be harmful to corals and other metaorganisms while also increasing host resistance and resilience to deal with pollution and other threats. This method focuses on the selection of pBMCs to degrade two contaminants: the synthetic estrogen 17a-ethinylestradiol (EE2) and crude oil. Both have been reported to negatively impact marine animals, including corals, and humans. The protocol describes how to isolate and test bacteria capable of degrading the specific contaminants, followed by a description of how to detect some putative beneficial characteristics of these associated microbes to their coral host. The methodologies described here are relatively cheap, easy to perform, and highly adaptable. Almost any kind of soluble target compound can be used instead of EE2 and oil.

Pollution affects all biomes. Marine environments have been particularly impacted, especially coral reefs, one of the most sensitive ecosystems on Earth. Bioremediation is the capacity of organisms to degrade contaminants. Here, we describe methodologies to isolate and test microbes presenting bioremediation ability and potential probiotic characteristics for corals.

Prospezione ceppi microbici per biorimediazione e lo sviluppo di probiotici per la ricerca e la conservazione dei metaorganismi

Pollution affects all biomes. Marine environments have been particularly impacted, especially coral reefs, one of the most sensitive ecosystems on Earth. ...

Bioingegneria

Quantifying Vibrio cholerae Colonization and Diarrhea in the Adult Zebrafish Model

Vibrio cholerae is best known as the infectious agent that causes the human disease cholera. Outside the human host, V. cholerae primarily exists in the aquatic environment, where it interacts with a variety of higher aquatic species. Vertebrate fish are known to be an environmental host and are a potential V. cholerae reservoir in nature. Both V. cholerae and the teleost fish species Danio rerio, commonly known as zebrafish, originate from the Indian subcontinent, suggesting a long-standing interaction in aquatic environments. Zebrafish are an ideal model organism for studying many aspects of biology, including infectious diseases. Zebrafish can be easily and rapidly colonized by V. cholerae after exposure in water. Intestinal colonization by V. cholerae leads to the production of diarrhea and the excretion of replicated V. cholerae. These excreted bacteria can then go on to colonize new fish hosts. Here, we demonstrate how to assess V. cholerae-intestinal colonization in zebrafish and how to quantify V. cholerae-induced zebrafish diarrhea. The colonization model should be useful to researchers who are studying whether genes of interest may be important for host colonization and/or for environmental survival. The quantification of zebrafish diarrhea should be useful to researchers studying any intestinal pathogen who are interested in exploring zebrafish as a model system.

Quantifying Vibrio cholerae Colonization and Diarrhea in the Adult Zebrafish Model

Zebrafish are a natural Vibrio cholerae host and can be used to recapitulate and study the entire infectious cycle from colonization to transmission. Here, we demonstrate how to assess V. cholerae colonization levels and quantify diarrhea in zebrafish.

Quantificare la colonizzazione di Vibrio cholerae e diarrea nel modello Zebrafish adulto

Vibrio cholerae is best known as the infectious agent that causes the human disease cholera. Outside the human host, V. cholerae primarily exists in the ...

Long-term Lethal Toxicity Test with the Crustacean Artemia franciscana

Our research activities target the use of biological methods for the evaluation of environmental quality, with particular reference to saltwater/brackish water and sediment. The choice of biological indicators must be based on reliable scientific knowledge and, possibly, on the availability of standardized procedures. In this article, we present a standardized protocol that used the marine crustacean Artemia to evaluate the toxicity of chemicals and/or of marine environmental matrices. Scientists propose that the brine shrimp (Artemia) is a suitable candidate for the development of a standard bioassay for worldwide utilization. A number of papers have been published on the toxic effects of various chemicals and toxicants on brine shrimp (Artemia). The major advantage of this crustacean for toxicity studies is the overall availability of the dry cysts; these can be immediately used in testing and difficult cultivation is not demanded1,2. Cyst-based toxicity assays are cheap, continuously available, simple and reliable and are thus an important answer to routine needs of toxicity screening, for industrial monitoring requirements or for regulatory purposes3. The proposed method involves the mortality as an endpoint. The numbers of survivors were counted and percentage of deaths were calculated. Larvae were considered dead if they did not exhibit any internal or external movement during several seconds of observation4. This procedure was standardized testing a reference substance (Sodium Dodecyl Sulfate); some results are reported in this work. This article accompanies a video that describes the performance of procedural toxicity testing, showing all the steps related to the protocol.

Long-term Lethal Toxicity Test with the Crustacean Artemia franciscana

This study concerns the development and standardization of a valuable methodological protocol to determine long-term (14 days) lethal toxicity exerted by chemical substances, industrial wastewater or sewage and liquid environmental samples on the saltwater crustacean, Artemia franciscana.

A lungo termine del test di tossicità letale con il crostaceo Artemia franciscana</em

Our research activities target the use of biological methods for the evaluation of environmental quality, with particular reference to saltwater/brackish ...

Biologia

Coincubation Assay for Quantifying Competitive Interactions between Vibrio fischeri Isolates

This manuscript describes a culture-based, coincubation assay for detecting and characterizing competitive interactions between two bacterial populations. This method employs stable plasmids that allow each population to be differentially tagged with distinct antibiotic resistance capabilities and fluorescent proteins for selection and visual discrimination of each population, respectively. Here, we describe the preparation and coincubation of competing Vibrio fischeri strains, fluorescence microscopy imaging, and quantitative data analysis. This approach is simple, yields quick results, and can be used to determine whether one population kills or inhibits the growth of another population, and whether competition is mediated through a diffusible molecule or requires direct cell-cell contact. Because each bacterial population expresses a different fluorescent protein, the assay permits the spatial discrimination of competing populations within a mixed colony. Although the described methods are performed with the symbiotic bacterium V. fischeri using conditions optimized for this species, the protocol can be adapted for most culturable bacterial isolates.

Coincubation Assay for Quantifying Competitive Interactions between Vibrio fischeri Isolates

Bacteria encode diverse mechanisms for engaging in interbacterial competition. Here, we present a culture-based protocol for characterizing competitive interactions between bacterial isolates and how they impact the spatial structure of a mixed population.

Coincubation Valutazione per quantificare le interazioni competitive tra Vibrio fischeri Isolates

This manuscript describes a culture-based, coincubation assay for detecting and characterizing competitive interactions between two bacterial populations. ...

Metodo ecotossicologico con i batteri marini

Riepilogo

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Utilizzo di una batteria di chimici ed ecotossicologici metodi per la valutazione dell'efficacia dei processi di trattamento delle acque reflue per rimuovere estrogenica Potenza

Protocollo per acuto e prove di ecotossicità cronica del turchese Killifish Nothobranchius furzeri

Metodologie ecotossicologiche per valutare biomarcatori a diverse scale negli anuri neotropicali

Metodologie ecotossicologiche per valutare biomarcatori a diverse scale negli anuri neotropicali

Saggio biologico di letalità con Artemia salina L.

Sviluppo di un più sensibile e specifica Chromogenic Agar Media per la rilevazione di

Prospezione ceppi microbici per biorimediazione e lo sviluppo di probiotici per la ricerca e la conservazione dei metaorganismi

Quantificare la colonizzazione di Vibrio cholerae e diarrea nel modello Zebrafish adulto

A lungo termine del test di tossicità letale con il crostaceo Artemia franciscana

Coincubation Valutazione per quantificare le interazioni competitive tra Vibrio fischeri Isolates